la fine dell'erp

È davvero finita l’era dell’ERP?

Oggi affronteremo insieme un tema decisamente controverso e sul quale è già stato scritto molto, scatenando la reazione degli addetti ai lavori.

Una volta riportato il contenuto dell’articolo di Axelor presenterò la mia personale opinione sul tema che vorrei confrontare con quella di voi colleghi.

 

 

È davvero finita l’era dell’ERP?

Da qualche mese prosperano su internet diverse opinioni che profetizzano il declino e la fine dell’era dell’ERP.
Il sistema ERP integrato apparterrebbe ad un’epoca ormai passata e non avrebbe più il suo posto nelle aziende, sostituito da diverse soluzioni, ognuna specializzata in un determinato ambito.

Per molti anni sono stati utilizzati due differenti tipologie di approccio.

L’approccio cosiddetto “integrato”, tipico delle soluzioni ERP, caratterizzato dall’adozione di un unico applicativo per gestire le diverse funzioni aziendali come fatturazione, contabilità, produzione, paghe, etc.
E l’approccio cosiddetto “best of breed”, che consiste invece nell’adozione di diverse soluzioni applicative, ciascuna specializzata in un determinato ambito, es. Produzione, CRM, Qualità, etc.
Con la proliferazione degli attori specializzati su alcuni particolari ambiti funzionali, si è fatto un gran parlare per sminuire i vantaggi delle soluzioni unificate. Ma da dove deriva la mancanza di fiducia nei confronti dei sistemi ERP? E soprattutto questo senso di sfiducia è realmente giustificato?

 

 

I limiti degli ERP tradizionali

È un dato di fatto che ultimamente il sistema ERP stia avendo una reputazione non troppo positiva, e talvolta a ragione. Realmente democratizzato negli anni ’90, l’applicativo integrato per la gestione delle risorse aziendali si è dimostrato essenziale per molte aziende grazie alle sue qualità ed ai guadagni di produttività promessi. Ma nel tempo, le critiche contro l’ERP sono diventate sempre più numerose.
A chi non è venuta all’orecchio la storia di un qualche progetto ERP fallito?

Le principali critiche verso i sistemi ERP si riferiscono spesso alla rigidità, ai costi elevati, all’incapacità di evolvere rapidamente per tenere il passo degli affari, ed alle interfacce pesanti ed obsolete.
Queste critiche non sono del tutto ingiustificate e si basano su valutazioni ed esperienze di diversi responsabili IT e dipartimenti aziendali.
Il sistema ERP tradizionale concepito negli ultimi 20 anni non è più adatto al mondo economico, sempre più competitivo di oggi e richiede un veloce adattamento dei propri processi aziendali per affrontare la nuova concorrenza degli attori che si stanno affacciando in modo dirompente su molti settori.

 

 

Le alternative di ultima generazione

Gli attori storici del settore ERP hanno iniziato a prendere in seria considerazione queste critiche e si stanno sforzando per far evolvere i propri prodotti.
Nuove soluzioni tecnologiche evolute sono inoltre emerse sul mercato.
Vere alternative ai sistemi ERP tradizionali, offrono interfacce gradevoli e sono facili da utilizzare.

 

Il principale fattore evolutivo che hanno introdotto è la scalabilità.
Laddove i sistemi ERP tradizionali a causa della propria rigidità hanno imposto alle aziende di adattare i propri processi aziendali al software senza riuscire a modellarlo, le nuove soluzioni offrono una maggiore flessibilità.
Grazie alla presenza di strumenti integrati quali le piattaforme di sviluppo (Business Process Management, Rapid Application Development, etc) le applicazioni gestionali possono ora evolvere per tenere il passo delle esigenze aziendali in modo molto più veloce, evitando lo sviluppo personalizzato e dispendioso in termini di tempo, tipico dei tradizionali applicativi gestionali.

 

 

L’approccio integrato continua ad essere rilevante

Mentre è normale mettere in discussione alcuni aspetti dei sistemi ERP, il valore di avere un singolo sistema unificato è ancora rilevante.
La coerenza dell’informazione è garantita, gli utenti si collegano ad un’unica interfaccia e l’azienda non deve adottare una moltitudine di applicativi.
Scegliere soltanto programmi specializzati può sembrare attraente all’inizio, tuttavia la creazione di compartimenti stagni che ne deriva può essere problematica.
Far comunicare tra loro le diverse soluzioni ed interfacce non è sempre così semplice e anzi può risultare decisamente complesso.
Anche il costo di acquisto o di sottoscrizione di diverse soluzioni applicative può diventare molto dispendioso, specialmente per le piccole e medie imprese.
I due approcci non sono tuttavia necessariamente contraddittori ed optare per una soluzione integrata con una o due applicazioni specializzate di contorno può avere senso.

L’ERP è lungi dall’aver pronunciato la sua ultima parola, anche se attualmente la terminologia sembra avere assunto una connotazione negativa.
Se i programmi di gestione aziendale cosi come sono stati concepiti nel corso degli ultimi 20 anni non sono più adatti all’attuale realtà economica, le nuove versioni di queste potenti soluzioni stanno guadagnando terreno sul mercato.
Il termine ERP potrebbe non essere più appropriato e potrebbe essere necessario rivederlo per riflettere la differenza tra la vecchia e la nuova generazione di questa tipologia di applicativi, ma il principio di una soluzione “tutto-in-uno” per la gestione dei principali processi aziendali all’interno di un sistema unificato ha ancora motivo di essere e mantiene ancora il suo significato.
I produttori hanno preso coscienza dei limiti degli ERP tradizionali e ora stanno adattando le loro soluzioni per far fronte alle nuove sfide aziendali.

 

Il mio punto di vista

Personalmente ritengo che il valore generato dalla centralizzazione delle informazioni, dall’integrità del dato e dalla condivisione della conoscenza superi di gran lunga qualsiasi approccio di tipo “best of breed”.

Questo perché le economie che si riescono ad attivare, raggiunta una certa massa critica, iniziano ad auto alimentarsi producendo ulteriori miglioramenti di efficacia ed efficienza operativa.
E bada bene non sto parlando di valutazioni astratte ma di risultati misurabili e di valori economici riscontrabili nei bilanci aziendali.
Accade infatti che l’automazione e l’ottimizzazione dei processi aziendali critici finisca spesso per liberare risorse preziose da dedicare ad attività strategiche ad alto valore aggiunto che contribuiscono in maniera diretta alla crescita del business.

Ma torniamo all’analisi dell’approccio “best of breed”.

Per quanto tecnicamente perfetto e rispondente alle specifiche esigenze, qualsiasi applicativo dipartimentale deve prima o poi fare i conti con le problematiche di integrazione, con la curva di apprendimento degli utenti e con i costi di mantenimento nel tempo della sua piena funzionalità.
Non ci dimentichiamo cosa accade ogni qual volta una delle due componenti software coinvolte (o degli strati applicativi sottostanti, es. Database, Sistema operativo, etc.) deve essere sottoposta ad un aggiornamento di release.
Per portare avanti un buon progetto di digital business process reenginering viene richiesta un’attenzione maniacale ai dettagli che si traduce in un’attività granulare di fine-tuning, successiva alla fase di avvio e protratta per tutta la durata di vita dell’applicativo. In questo contesto tenere i piedi in due staffe non consente di arrivare a quel livello di approfondimento necessario ad estrarre il valore più denso di un progetto di questo tipo.

 

E tu come la pensi? Credi che sia davvero finita l’era degli ERP oppure continueremo a sentirne parlare ancora per molto?

About The Author


gianniemidi

Sono un Professionista IT laureato in economia all'università Bocconi, con specializzazione in gestione dei processi dell'innovazione. Sono appassionato di tecnologia informatica e innovazione. Ho maturato oltre di 15 anni di esperienza professionale nella messa a punto di soluzioni tecnologiche specifiche per il settore alimentare.

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